Abbiamo posto questa domanda al dott. Bruno Zvech, Direttore dell’Accademia Nautica dell’Adriatico di Trieste
“Il quesito che mi viene posto non ha una risposta semplice per quanto riguarda lo stato attuale dello shipping in generale, ma in realtà, se guardiamo alla percentuale dei diplomati negli Istituti Nautici italiani che hanno scelto negli anni la “carriera marittima“ (da Ufficiali o meno…) questa risulta da sempre molto bassa perché possono scegliere l’indirizzo di costruttore navale o di logistica o addirittura il ferroviario.
Guardando i dati relativi alla realtà che dirigo risulta che:
nel 2015 abbiamo avuto 108 richieste d’iscrizione ai Corsi per Ufficiali della Marina Mercantile, di Coperta e di Macchina (noi siamo a numero chiuso, di solito ammettiamo 24 allieve e allievi).
Nel 2016: 123, nel 2017: 76, nel 2018: 78, nel 2019: 134, nel 2020: 145, nel 2021: 70.
In quest’ultimo anno si è fatto pesantemente sentire l’effetto perdurante della Pandemia. Da tenere presente anche il fatto che accogliamo Allieve ed Allievi da tutta Italia e la prevalenza non è quella di triestine o triestini. Aggiungo che le domande sono provenienti in maggioranza dal centro-sud Italia, e questa tendenza ha motivazioni relative al tessuto economico e sociale.
Al tempo stesso va notato che la richiesta per Ufficiali di Macchina è un quarto di quella per Ufficiali di Coperta. Osserviamo anche il fatto che dopo alcuni anni di imbarco, magari anche raggiungendo un grado superiore, vi è la tendenza a trovare lavoro in altre realtà, ad esempio presso imprese che utilizzano rimorchiatori o traghetti, oppure a terra nei terminal, riducendo quindi la lontananza dalla famiglia. Questo per quanto riguarda gli Ufficiali.
Per quanto riguarda invece i Sottoufficiali o altre mansioni, la questione è molto diversa. Infatti la maggior parte delle Compagnie tende a non assumere personale italiano in quanto, essendo la retribuzione quella relativa al contratto di lavoro del paese d’origine, risulta più conveniente rivolgersi a cittadini di altri paesi extracomunitari ed è questo un handicap pesante rispetto a chi vorrebbe imbarcarsi da cittadino italiano o dell’Unione Europea”