Solo un flash sull’iter di adesione di un nuovo paese all’UE, iter che di solito è molto lungo e complesso (si parla di anni), così come avvenuto per i paesi dell’Europa dell’Est, oggi membri dell’Unione.
L’aspetto più critico è quello del soddisfacimento dei criteri di adesione, che vuol dire istituzioni stabili che siano in grado di garantire democrazia, diritti umani, stato di diritto e soprattutto una buona economia di mercato accompagnata dalla capacità di assumere tutti gli obblighi derivanti dall’adesione all’UE.
L’iter prevede diverse fasi (candidatura, negoziati, adesione, ratifica) che vengono monitorate costantemente dalla Commissione (+ Consiglio e Parlamento).
Per aiutare i paesi in questo iter complesso la Commissione finanzia dei progetti ad ampio spettro, tesi al raggiungimento di obiettivi specifici.
Anche l’Ucraina ha beneficiato di questi aiuti, interrottisi a causa della guerra, ma oggi è ben lontana dall’essere pronta ad aderire all’UE.
Se ciò avvenisse con una procedura straordinaria sarebbe una forzatura “politica” … oltretutto, si deve pensare anche a quei paesi che da anni attendono di entrare a far parte dell’Unione, quali i Balcani occidentali, ma che sono ancora nel limbo.
Per la ricostruzione dell’Ucraina risulta che alcuni paesi europei si sono già mossi, in ordine sparso, solo per capire l’entità dei danni subiti. Anche l’Italia, con la Camera di Commercio Italo-Ucraina ha effettuato diverse missioni sul posto.
Ma chi finanzia? È notizia di questi giorni che l’UE ha firmato accordi per un valore di 1,4 miliardi di euro con le banche partner per attrarre investimenti in Ucraina dal settore privato; a ciò si aggiunge che, durante il recente vertice del G7, è stato raggiunto l’accordo per il trasferimento dei proventi straordinari generati dai beni russi immobilizzati per investimenti nella difesa e nella ricostruzione dell’Ucraina. Ma il tutto, al momento, è solo un’enunciazione….
Se poi la guerra avesse fine, la Russia sarebbe comunque obbligata a ripagare i danni causati dalla guerra in territorio ucraino. È quello che ci si augura, ma la strada è ancora lunga.