Bussola: overview dello scenario macroeconomico

Nell’ultimo mese alcuni avvenimenti hanno innescato reazioni economiche importanti:

1) Negli USA è stata rilasciata la rilevazione dell’inflazione CPI; l’andamento è discendente (-0.1% mensile). La conseguenza immediata è che l’aspettativa relativa al taglio dei tassi (dall’attuale livello 5.25%-5.50%) sia ormai consolidata per il prossimo Policy Meeting di metà settembre e probabilmente anche novembre o dicembre.

I tassi attuali vengono considerati dagli economisti come restrittivi, in quanto superiori all’inflazione; il recente ma costante incremento del dato sulla disoccupazione USA sta facendo temere un rallentamento eccessivo dell’economia.

 

2) La ECB giovedì 17 luglio si è espressa mantenendo i tassi ai livelli attuali del 4.25%. Anche in Europa l’inflazione è in forte discesa, attestandosi al 2.5% in giugno 2024 rispetto al 2.6% in maggio 2024. Le previsioni della ECB si attestano al 2.5% per il 2025 e al 1.9% per il 2026.

La bilancia economica in Europa è prevista in miglioramento, con un rapporto Debito/PIL in stabilizzazione. Il deficit potrebbe scendere sotto il 3% del PIL nel 2025.

 

Fonte ECB

 

3) Abbandono di Joe Biden della corsa elettorale, con subentro della sua vice Kamala Harris.

La logica delle politiche economiche in caso di vittoria di Trump potrebbe essere:

–      Ribilanciamento del peso del dollaro. Trump pubblicamente dichiara che il dollaro forte nuoce all’economia americana e l’equilibrio deve essere ricostituito facendo svalutare il dollaro rispetto alle principali valute mondiali.

–      Possibili rimpatri degli immigrati (forza lavoro a basso costo)

–      Politica protezionistica, promesse di dazi sulle importazioni, in media del 10% per le merci europee e molto più alte per gli export cinesi, con conseguenti spinte inflazionistiche molto forti in USA

–      Reindustrializzazione del territorio americano

 

Le conseguenze sui mercati dei punti 1, 2, 3 sono state molteplici negli ultimi giorni:

–      Indebolimento del dollaro a causa dello sviluppo inatteso lato inflazione.

–     Maggiore attenzione sulla curva dei tassi, che in Europa comincia a normalizzarsi con una riduzione dei tassi a breve rispetto alla forma appiattita che abbiamo osservato nel 2023.

–      Si è verificata una rotazione dai “Magnifici 7” e dagli altri titoli tecnologici, che sembravano più resistenti a una eventuale recessione, verso i comparti industriali rimasti indietro, che potrebbero avvantaggiarsi delle misure protezionistiche. Si sono verificati afflussi anche verso i titoli Small Cap americani (titoli a bassa capitalizzazione di mercato totale, compresa tra i 300 milioni e i 2 miliardi di dollari). Il settore Small Cap, finora penalizzato da costi di finanziamento insostenibili nel lungo termine, potrebbe beneficiare dei tassi in diminuzione. Anche il comparto obbligazionario, vista l’aspettativa di tassi inferiori dall’autunno prossimo, ha visto un rafforzamento degli acquisti. Si sono verificate prese di profitto sui semiconduttori, accentuate dalle restrizioni all’export sulle vendite verso la Cina dei semiconduttori che si prospettano in caso di vittoria repubblicana alle prossime elezioni americane di novembre 2024. Si sta parlando di possibili blocchi commerciali per le industrie NATO in merito a prodotti altamente strategici. Le industrie del settore dei semiconduttori (ad esempio ASML Holding, e Tokyo Electron) non potrebbero più commerciare liberamente con paesi asiatici: potrebbe venire applicato il Foreign Direct Product Rule del 1959, che concede allo Stato americano la facoltà di bloccare, anche in terra straniera, qualunque vendita di prodotti realizzati con tecnologia anche in minima parte americana.

Sintetizziamo di seguito la catena del valore dell’industria dei semiconduttori (il materiale che viene utilizzato, uno fra tutti il silicio) e i chips (i vettori dei componenti elettronici fabbricati utilizzando i semiconduttori).

A cura di Donau Sviluppo S.r.l. – (Fonti: Bloomberg.com, Worldbank.org, cesi-italia.org, Ecb.europa.eu, Federalreserve.gov, Unicredit research, Financial Times, Morgan Stanley Research, JPM Research, CNBC.com, Goldman Sachs Research, Kairospartners.com, Zeygos Research&Consulting, ZeroHedge.com, Eurostat, Nasdaq.com, Marketwatch.com, data.bls.gov, Fedsearch.org, Reuters.com)