Nelle precedenti puntate (vedi newsletter 5 e 6) sono emersi i due principali filoni adottati dal governo algerino per traghettare il paese nella nuova Algeria: il settore energetico, con l’export di idrocarburi e l’evoluzione verso le rinnovabili, e lo sviluppo industriale dei settori agricoli e manifatturieri, necessario a spezzare la dipendenza del paese dagli introiti generati dall’export energetico.
In questo ultimo intervento, si offrono ulteriori elementi che introducono la visione algerina del futuro. Partiamo da un primo dato politico di continuità, con la recente riconferma elettorale di Abdelmadjid Tebboune, che ha vinto il suo secondo mandato presidenziale con grande distacco (84,30% dei voti) dai due avversari.
Nel suo discorso di insediamento, Tebboune ha anticipato il miglioramento programmatico delle politiche economiche già avviate, soprattutto per quanto concerne occupazione e reddito, e l’espansione degli investimenti. A ciò ha aggiunto un’iniziativa di dialogo nazionale con tutte le forze attive del Paese, rafforzando il processo di rigenerazione avviato dalle modifiche costituzionali del 2020, che hanno consentito riforme propedeutiche allo sviluppo economico e sociale, e il rafforzamento della sicurezza nazionale transfrontaliera da gruppi terroristici e criminalità organizzata, prevedendo l’impiego delle forze armate al di fuori dei confini nazionali.
Obiettivo di Tebboune, nei prossimi 4 anni di mandato, è traguardare 400 miliardi di dollari di pil e 15 miliardi di dollari in esportazione di prodotti non idrocarburici, con un programma che sarà presentato a fine anno, con la legge finanziaria 2025.
Intanto, prosegue la realizzazione di importanti progetti, come il corridoio ferroviario di 1.000 km Tindouf-Bechar per il collegamento Sud-Nord del paese, che China Railway Construction Corporation (CRCC) sta costruendo in collaborazione con la società statale di ingegneria civile Cosider Travaux Publics. CRCC ha una consolidata esperienza delle dure condizioni di lavoro nel Sahara, acquisite nel realizzare parti dell’autostrada algerina est-ovest di oltre 1.200 km. A questa nuova linea ferroviaria, dotata di 40 stazioni, è ancorato lo sviluppo siderurgico del paese, collegando Gâra Djebilet, uno dei più grandi depositi al mondo di minerale di ferro di alta qualità, in funzione dal 2022 nella provincia di Tindouf, al complesso siderurgico di ArcelorMittal Annaba, vicino alla città di El Hadjar, e a quello in costruzione a Béchar su 1.000 ettari di terreno, estensibili a 3.000. Quest’ultimo, che sarà consegnato nel 2026, è un investimento da un miliardo di dollari della joint tra l’algerina Feraal, azienda pubblica siderurgica, e il consorzio cinese CMH.
Il governo conta molto sul sistema logistico algerino, a partire da porti e trasporto marittimo, per sostenere la mole dei suoi progetti, sostenuti con partenariati e Investimenti Diretti Esteri. Da poche settimane è stato costituito il Gruppo di Lavori Marittimi (GTM) per lo sviluppo delle infrastrutture portuali, mentre avanzano misure digitali e organizzative per abbattere i costi logistici nei porti, con grande apporto delle dogane algerine. Recentemente hanno introdotto il nuovo sistema informativo ALCES, che semplifica e facilita le procedure autorizzative e di controllo sulle merci, in cui nel 2025 confluiranno anche degli altri soggetti amministrativi coinvolti nelle procedure, e hanno sottoscritto un MoU di digitalizzazione che connette ALCES ai PCS dei porti algerini.
Altro elemento a supporto della crescita pianificata degli scambi commerciali, è l’intensa attività di cooperazione internazionale, in cui la Banque d’Algérie svolge un ruolo facilitatore di primo piano. Pochi mesi fa ha emanato un nuovo regolamento, che consente la costituzione di una banca, istituto finanziario o succursale estera in Algeria, ed è entrata ufficialmente a far parte dell’istituto finanziario dei Brics, la New Development Bank (NDB), con un investimento di 1,5 miliardi di dollari. Contemporaneamente, per accrescere la competitività dell’export, sta veicolando l’apertura di agenzie bancarie algerine all’estero. Sono già operative quelle in Mauritania e Senegal, si sta negoziando in Costa d’Avorio, mentre è in via di conclusione l’iter di autorizzazione della BCE per cinque filiali algerine in Francia. Ora sta guardando alla Cina, con la quale l’Algeria ha un interscambio commerciale, che include export non di idrocarburi, che per la prima volta, nel 2023, ha superato 10 miliardi di dollari.
Sul piano del consumo interno, invece, l’e-commerce è considerato lo strumento di accelerazione della digitalizzazione e della espansione delle Piccole Medie Imprese (PMI) algerine. Da fonte GIE Monétique (Gruppo di Interesse Economico Monetario), soggetto pubblico algerino per lo sviluppo del pagamento elettronico, il mercato e-commerce in Algeria è in espansione eccezionale, con un valore stimato di oltre 1,5 miliardi di dollari, benché l’uso del contante sia la modalità di pagamento nel 95% dei casi, con risvolti negativi sulla organizzazione e sui costi della logistica collegata. Per accelerare il pagamento digitale e rafforzare l’ecosistema dell’e-commerce, nella legge finanziaria 2025 saranno previsti incentivi normativi e fiscali, e l’inserimento del pagamento istantaneo messo a punto dalla Banque d’Algérie, che elimina l’attesa attuale di 48-72 ore per l’accreditamento delle transazioni. Tali misure si inseriscono in un contesto che già vede oltre 17,5 milioni carte di pagamento in circolazione, di cui il 76% emesso da Algérie Poste, e un crescente aumento delle transazioni elettroniche, che nella prima metà del 2024 è stato di oltre +57%.
Il piano strategico generale 2024-2029 di transizione digitale del paese sta dettando lunghi passi, che comprendono l’accordo Huawei-Sonatrach per l’ispezione intelligente di oleodotti e gasdotti e un memorandum con la Cina di formazione, infrastrutture digitali avanzate e digitalizzazione dei servizi pubblici.
Negli orizzonti digitali e di Intelligenza Artificiale (IA) si collocano anche questioni vitali, come la sicurezza alimentare e gli impatti negativi della crisi climatica. Periodi di siccità, sempre più intensi, e carenza di acqua, che a luglio scorso ha sollevato proteste popolari nell’area di Tiaret, si alternano a rovesci estremi, con grave compromissione dei raccolti, cosicché si stanno sperimentando sistemi di agricoltura di precisione (raccolta dati per regolare irrigazione, moltiplicare la resa dell’orticoltura e prevenire le malattie delle piante) e di automazione agricola, come il progetto di IA previsto nel mega investimento ortofrutticolo di 750 milioni di dollari, uno dei più grandi al mondo nel settore, del gruppo algerino Souakri, per la produzione in serra dei pomodorini destinati per l’export.
Tuttavia, le pianificazioni industriali, agricole, digitali e IA hanno come conseguenza diretta il forte aumento del fabbisogno di acqua ed elettricità, che espone al rischio penuria. Per affrontare la problematica, il governo algerino sta sviluppando massicci investimenti innovativi in alta tecnologia. Per la sicurezza idrica sta realizzando infrastrutture avanzate di desalinizzazione dell’acqua di mare, che entro il 2030 copriranno il 60% del fabbisogno complessivo, e di trattamento delle acque reflue, alimentate con mix energetici per ridurne l’impatto ambientale. Dopo l’entrata in funzione di 14 impianti che producono il 18% dell’acqua potabile necessaria al Paese, si sta realizzando a tempi record il mega impianto di dissalazione di Cap Blanc, insieme ad altri quattro impianti lungo la costa algerina; mentre nella regione di Médéa, l’impiego delle acque reflue trattate, dopo anni di siccità, sta dando fiato all’irrigazione frutticola.
Per la transizione energetica, l’Algeria si è invece dotata di una strategia con orizzonte 2035. Sonelgaz (Sociètè Nationale de l’Electricitéed du Gaz), il gigante statale della fornitura elettrica algerina, sta realizzando un modello, incassando il plauso della Banca Mondiale, che include un programma di investimento per 15.000 megawatt di energia solare, da incorporare progressivamente nel mix elettrico nazionale; mentre a Mostaganem proseguono i lavori per la messa in servizio a pieno regime della più grande centrale elettrica ibrida del paese.
Più difficile è invece il controllo delle precipitazioni estreme. Il suolo algerino, di superficie totale quasi otto volte quello italiano, per l’80% è costituito da terre desertiche o aride, sconvolto sempre più frequentemente da crisi meteorologiche che scaricano vere e proprie bombe d’acqua. Poche settimane fa diverse wilaya (province), a causa di violente alluvioni, hanno registrato vittime e ingenti danni ai sistemi idrici, elettrici e alle infrastrutture stradali e ferroviarie. Tra le misure di mitigazione del fenomeno, si è scelto di intervenire sul processo di desertificazione che avanza dal Sahara. Tebboune nel 2023 ha lanciato il progetto “Diga Verde”, che, nella sua prima fase, prevede la piantumazione di alberi su 400.000 ettari entro il 2026, aumentando l’area verde a 4,7 milioni di ettari distribuiti in 13 wilaya. Anche i giovani ambientalisti algerini stanno facendo la loro parte, con l’iniziativa “Pianta un albero”, diffusa in tutto il paese attraverso i social, che finora ha collocato oltre 150.000 alberi, soprattutto nelle regioni interne e desertiche.
Lotta alla desertificazione e al degrado regionale figura anche tra i temi prioritari della politica internazionale dell’Algeria, che porta avanti con un approccio di largo respiro, basato su criteri di solidarietà e cooperazione, associati al principio di non allineamento, al rispetto reciproco tra gli Stati e alla non ingerenza negli affari interni. Attualmente il paese è membro non permanente del Consiglio di sicurezza alle Nazioni Unite (fino a dicembre 2025), a cui da tempo chiede una riforma che aumenti il peso degli stati africani e del Sud globale. Tra le priorità che l’Algeria sta avanzando presso il Consiglio di Sicurezza ONU, in primis, c’è quella palestinese, per la quale ha presentato due risoluzioni, bocciate dal veto degli Stati Uniti, per il cessate il fuoco immediato israeliano e l’apertura di un tavolo negoziale. La sua posizione è stata sempre di sostegno alla creazione di uno stato palestinese, in conformità con le risoluzioni e le iniziative internazionali, mantenendo posizioni estremamente critiche nei confronti dello stato israeliano. È attiva anche sul dossier russo-ucraino, unendosi al “Gruppo degli Amici per la Pace”, piattaforma aperta di dialogo inclusivo, creata da Cina e paesi del Sud globale, nel tentativo di ridurre le tensioni e congelare il conflitto, a cui ha aderito anche l’Ungheria.
C’è poi la questione del Sahara occidentale, per la quale vorrebbe riportare all’ordine del giorno delle Nazioni Unite l’autodeterminazione dei territori, per ottenere l’applicazione del diritto internazionale e risolvere un conflitto che definisce “coloniale”. Dagli anni ’70, l’Algeria si oppone alla rivendicazione del Marocco sul Sahara occidentale, che propone un piano di autonomia regionale sotto la sua sovranità. L’Algeria, che attualmente ospita nel suo estremo sud ovest 200.000 profughi saharawi, riconosce la Repubblica Democratica Araba dei Sahrawi dal 1976 e sostiene il Fronte Polisario, che ne rivendica la piena indipendenza. A ciò si contrappone il Marocco, che negli ultimi anni ha espresso sostegno al separatismo della Cabilia, regione di lingua berbera nel nord-est algerino, guidato dal Movimento per l’autodeterminazione della Cabilia, ritenuto terrorista da Algeri. Le relazioni tra i due paesi sono contrassegnate da decenni di tensioni tra alti e bassi, con ritorsioni e accuse reciproche, portando l’Algeria nel 2021 a interrompere le relazioni diplomatiche con il Marocco, che da fine 2020 ha normalizzato le relazioni con Israele, dietro riconoscimento di Stati Uniti e Israele della sua sovranità sul Sahara Occidentale. Recentemente, l’Algeria ha ripristinato il visto di ingresso per i cittadini marocchini, nonostante quasi 40.000 marocchini siano stabiliti sul suo territorio.
Con gli altri vicini, a parte i rapporti in via di miglioramento con il Mali, uscito dagli accordi di pace di Algeri del 2015 con i tuareg Azawad, accusando di interferenza l’Algeria, le relazioni sono sotto il segno della cooperazione. Il Niger, importante partner per la sicurezza e la stabilità regionale, è il Paese necessario al progetto del gasdotto che dalla Nigeria arriva in Europa, passando per l’Algeria. Con Tunisia e la Libia (Tripoli), lasciando alle spalle il fallito esperimento dell’Unione araba del Maghreb, l’Algeria sta formando una nuova alleanza, aperta a tutti gli altri paesi regionali, che ha già prodotto accordi economici, commerciali e di libero scambio.
Anche le relazioni con l’Egitto si rafforzano sempre più. In un recente incontro bilaterale, si è invitato ad “aumentare il volume degli investimenti e degli scambi commerciali, e a proteggere le risorse” di entrambi, per un’economia nuova e “più equa, attraverso i nostri spazi economici comuni come la Grande Area Araba di Libero Scambio (GZALE) e l’Area Continentale Africana di Libero Scambio (ZLECAF)”.
In generale, priorità assoluta per la stabilità della regione nordafricana resta la lotta al terrorismo, per la quale l’Algeria collabora sia con gli Stati Uniti sia con la Russia, suo principale partner militare da cui importa il 72% delle armi, ma che tuttavia è anche un ossimoro, per la presenza russa e turca in Libia e Mali, che Algeri considera un fattore destabilizzante per la sovranità dei due paesi.
Guardando al futuro algerino, dopo le vacanze estive quasi 12 milioni di studenti sono tornati nelle scuole algerine, dove l’istruzione è gratuita come il trasporto scolastico. (Giovanna Visco)