Dal produttore al banco di vendita il viaggio dell’ortofrutta egiziana impiega 4-6 giorni, arrivando in perfette condizioni sulle tavole dei consumatori olandesi e britannici. Questa rapidità senza precedenti nasce da un vero e proprio ecosistema logistico del refrigerato, gestito in pool da DFDS, Società Alpe Adria, Med Roll, Autamarocchi, VTG, LTE, Samer Seaport e RSC con il supporto dell’Agenzia della Dogane e dei Monopoli.
La messa a sistema veloce di ro-ro, ferrovia e autotrasporto ha come asse principale il collegamento marittimo Damietta-Trieste di sole 70 ore di Transit Time. Inaugurato a novembre 2024, la tratta marittima ha dato vita a una nuova supply chain, a partire dai progressi economici e sociali dell’Egitto.
Con lo spirito di chi vuole superare sé stesso, negli ultimi 15 anni l’economia egiziana è in un processo di profonda trasformazione, che allenta nel bilancio dello Stato il peso delle minori entrate ricavate dal passaggio marittimo delle navi nel Canale di Suez.
Le tensioni nel Mar Rosso e nello Stretto di Bab el-Mandeb producono alle casse egiziane perdite economiche mensili rilevanti, come sottolineato recentemente dal presidente Abdel Fattah al-Sisi, e a consuntivo 2024 sono mancati all’appello 7 miliardi di dollari.
L’Egitto è spinto da impellenti bisogni di progresso, che portano a diversificare la sua economia, cavalcando le dinamiche dei cambiamenti geopolitici e geoeconomici in atto, che valorizzano il Mediterraneo fra Europa e Africa. Questo processo lo pone tra i player di riferimento europeo per rispondere alle crisi geopolitiche, che ridisegnano la localizzazione delle produzioni, e alla crisi climatica, che sconvolge la stabilità delle catene globali alimentari, industriali e dei trasporti.
Recentemente, il Fondo monetario internazionale (FMI) ha “certificato” la fiducia verso il paese nordafricano con il via libera della quarta revisione da 1,2 miliardi di dollari, parte del programma di prestito portato a 8 miliardi di dollari, a seguito della guerra a Gaza.
Le linee guida del nuovo volto del paese sono contenute nella Egypt Vision 2030, un insieme di riforme, investimenti strategici, progetti infrastrutturali e sostenibilità, che lo stanno trasformando rapidamente. Innovazione e modernizzazione sono il centro dei nuovi sviluppi edilizi, immobiliari, energetici, produttivi e turistici del paese, con risultati che lasciano prevedere nel biennio 2025-2026 una crescita attesa di Pil del 4,7%, consolidando l’Egitto nell’economia africana e globale.
Con una popolazione di 115 milioni di persone, per il 60% con meno di 30 anni, l’Egitto sta capitalizzando forza lavoro qualificata. Il suo PIL di 380 miliardi di dollari lo attesta quale seconda economia africana, con importanti obiettivi di crescita trainati dagli Investimenti Diretti Esteri (IDE), in costante aumento negli ultimi anni, e dalla Digital Egypt. Programmi di Intelligenza Artificiale, innovazione digitale e aggiornamento professionale sono cresciuti del +16,8%, diffondendo nel Paese servizi e pagamenti elettronici e aprendo importanti prospettive anche in tecnologia finanziaria.
Il settore delle costruzioni, invece, negli ultimi 10 anni ha visto investimenti per circa 550 miliardi di dollari per progetti strategici infrastrutturali, tra cui strade (7.000km), reti ferroviarie e porti, che spalancano le porte allo sviluppo industriale e sociale del paese. Tra le grandi opere svettano la New Alamein City, la New Administrative Capital da 45 miliardi di dollari e il Grand Egyptian Museum (GEM) e anche il futuro degli appalti edili si prospetta roseo, con un giro d’affari di 75 miliardi di dollari entro il 2029.
Guardando al settore immobiliare, spinto dalla domanda di città intelligenti e sostenibili e di spazi ad uso misto, entro il 2028 raggiungerà il valore di 30 miliardi di dollari. Nel 2030 l’impronta abitativa del paese risulterà raddoppiata, trainata dagli investimenti esteri sulla costa settentrionale e sul Mar Rosso.
Sul piano della transizione, nei prossimi 5 anni l’Egitto punta a raggiungere il 42% della fornitura energetica da fonti rinnovabili. Impianti eolici, solari e di idrogeno verde porteranno la capacità rinnovabile del paese a 45.000 megawatt, sfruttando immensi spazi desertici, fino a poco tempo fa di scarsissimo valore, per lo sviluppo di progetti in grado di soddisfare la domanda locale e internazionale, come il Benban Solar Park da 1.600 MW, il più grande dell’Africa. Tale fermento sta strutturando una importante competenza tecnica locale, e alcune imprese egiziane attualmente sono alla guida di importanti progetti eolici e solari in Senegal e Sudafrica.
Sul piano energetico fossile, invece, l’Egitto detiene la sesta più grande riserva africana di petrolio affiancata da infrastrutture di raffinazione (a differenza della maggior parte dei paesi africani produttori di materie prime), che lavorano 38 milioni di tonnellate di petrolio all’anno, in parte esportate verso il continente.
In generale, nei prossimi cinque anni l’Egitto punta a triplicare il proprio export, soprattutto verso Europa, Africa Subsahariana e regione MENA, superando il valore di 145 miliardi di dollari entro il 2030. Mediante incentivi e semplificazioni fiscali, il governo sta stimolando la produzione e l’esportazione di prodotti di settori considerati chiave, quali il tessile, che garantisce anche importanti livelli occupazionali, prodotti chimici, macchinari e prodotti alimentari.
In particolare, l’agricoltura occupa un ruolo primario: coniugando sostenibilità e sviluppo rurale, il suo sviluppo migliora la vita dei piccoli agricoltori e delle comunità locali e crea occupazione. Attualmente, rappresenta il 12% del PIL egiziano e si concentra prevalentemente in Alto Egitto, dove il governo ha attuato importanti investimenti in progetti che integrano sistemi di irrigazione avanzati, centrali solari, scuole agricole e programmi di formazione, in collaborazione con il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD) e la Food and Agriculture Organization (FAO). Tutto ciò sta sviluppando le capacità di ascolto dei mercati e di adattamento ai cambiamenti climatici, diffondendo nel contempo nuove tecniche agricole, come l’irrigazione a goccia alimentata da energia solare, per la gestione delle risorse idriche e l’incremento delle rese.
Nel 2023 l’Egitto ha esportato il record di 7,5 milioni di tonnellate di prodotti agricoli (valore di 8,8 miliardi di dollari), superando di gran lunga i risultati precedenti. Attualmente, è il più grande esportatore mondiale di arance e fragole congelate e negli ultimi 10 anni ha aumentato del 60% i paesi destinatari del suo export agricolo, passando da 93 a 160. Un grande slancio, ottenuto anche grazie alle grandi bonifiche avviate dal governo, che nel 2024 ha anche inaugurato la prima fase del progetto Future of Egypt, per il recupero di altri 924.000 ettari di terra da destinare all’agricoltura. Il settore attualmente impiega il 25% dei lavoratori egiziani, e i raccolti di frutta e verdura hanno trainato l’aumento delle esportazioni del paese verso la regione araba, per un valore di 1,3 miliardi di dollari.
(a cura di Giovanna Visco)