KPI di sostenibilità ambientale

Il 30 novembre a Milano, Fedespedi Giovani ha presentato il nuovo Quaderno “KPI di sostenibilità ambientale”, nato dalla collaborazione tra la sezione giovani di Fedespedi (la federazione che unisce gli spedizionieri internazionali) e il Green Transition Hub dell’Università Cattaneo-LIUC di Castellanza (VA) diretto dal prof. Alessandro Creazza.

L’idea di un quaderno dedicato ai temi della sostenibilità è nata dopo le discussioni che hanno portato alla firma della “Carta di Padova”, un documento condiviso con varie associazioni di categoria del settore dei trasporti e della logistica, che le impegna a promuovere la sostenibilità delle filiere.

Così è nato il progetto di un Quaderno che affrontasse questi temi, non tanto dal punto di vista teorico, quanto operativo, fornendo un insieme di indicatori facilmente utilizzabili da qualsiasi azienda (KPI – Key Performance Indicator), indipendentemente dalla sua dimensione, con la consapevolezza che per conoscere un fenomeno (in questo caso l’impatto ambientale delle proprie attività) è necessario in primo luogo misurarlo. I KPI sono stati inquadrati nell’attuale contesto normativo, descrivendo inoltre in modo sintetico, ma esaustivo, le implicazioni organizzative della loro applicazione.

Come noto Il tema della sostenibilità ha catturato l’interesse del pubblico e delle aziende, sulla spinta dell’impatto dei cambiamenti climatici, dell’influenza delle attività umane su questi fenomeni e della crescente necessità di affrontare tali sfide con determinazione.

L’Unione Europea ha attivato da tempo un percorso d’intervento, che ha portato alla definizione del Green Deal europeo, ossia un complesso di iniziative finalizzate alla transizione verde e al raggiungimento della neutralità climatica, con l’obiettivo di:

1) contenere l’aumento della temperatura terrestre entro gli 1,5°C;

2) ridurre le emissioni del 55% entro il 2030, per arrivare ad emissioni zero (net-zero) entro il 2050.

Per fare questo l’Unione Europea ha:

  • approvato Reg. (UE) 2021/1119 conosciuto anche come “Normativa europea sul clima”, il quale stabilisce che l’obiettivo vincolante dell’equilibrio tra le emissioni e gli assorbimenti di tutta l’Unione dei gas a effetto serra deve essere raggiunto, al più tardi, nel 2050;
  • elaborato un insieme di proposte (Fit for 55) volte a modificare la legislazione europea per renderla coerente con quanto stabilito dal Reg. (UE) 2021/1119.

Se le aziende hanno ormai chiara la necessità di affrontare la sfida della sostenibilità, il come farlo è invece un tema complesso, una vera sfida nella sfida, che richiede chiarezza sugli obiettivi da raggiungere, sulle azioni da porre in atto e sulle risorse, anche finanziarie, da impiegare.

È richiesta, insomma, come premessa necessaria, una «maturazione culturale» che deve coinvolgere l’intero organico aziendale, dal top management al personale di magazzino, che porti all’elaborazione di un Piano della sostenibilità, che partendo dalla definizione della strategia, arrivi alla descrizione di quella operativa, con la verifica finale dei risultati, la loro analisi critica, le eventuali correzioni, in un processo di progressivo affinamento degli interventi. Naturalmente tenendo conto che non esiste un modello unico da applicare in modo acritico, ma piuttosto la necessità di modellare, in modo intelligente e flessibile, le proprie caratteristiche aziendali ai percorsi individuati di adeguamento agli obiettivi di sostenibilità.

 

Fig. 1 Il Piano della sostenibilità e le sue fasi (Fonte: Università Carlo Cattaneo-LIUC)

 

Dopo aver descritto in modo sintetico i principali strumenti e le linee guida a disposizione delle imprese per intraprendere il percorso della sostenibilità, il Quaderno analizza trentasette KPI, individuati dopo un attento lavoro di selezione tra quelli già presenti nella normativa e nella letteratura di settore. L’obiettivo era quello di fornire alle imprese di spedizione un set completo di semplici indicatori, di facile consultazione e applicazione, ma in grado di valutare il livello di sostenibilità ambientale dell’azienda.

Per ogni ambito aziendale individuato (magazzino, trasporto, filiera e ufficio) è stato quindi selezionato un adeguato set di KPI, a sua volta raggruppato in categorie (energia, gestione dei rifiuti, inquinamento, uso dell’acqua, acquisti di materiali, governance, selezione dei fornitori), ognuna delle quali caratterizzata da specifici indicatori, di cui è stata descritta in modo sintetico funzionalità e metrica.

Ad ogni KPI è stato quindi assegnato un punteggio su una scala da 1 a 3, sulla base alla sua rilevanza ai fini della misurazione/valutazione della sostenibilità di un’impresa di spedizioni internazionali. Nello specifico un punteggio pari a “1″ è stato assegnato ai KPI must-have, la cui misurazione è fondamentale per perseguire gli obiettivi di sostenibilità, pari a “2″ si riferisce a indicatori nice-to-have, ossia non imprescindibili, ma la cui adozione è raccomandata; pari a “3” per quelli d’importanza marginale.

Il Quaderno si chiude con alcune considerazioni relative al fatto che le aziende di spedizione hanno avuto fino ad ora più un comportamento reattivo alle sollecitazioni provenienti dal mercato (come loro costume), che proattivo, ossia di anticipazione di eventi e tendenze.

I motivi che hanno spinto fino ad ora verso tale comportamento sono diversi, ma forse il principale è che il mercato non riconosce ancora lo sforzo fatto da un’azienda verso la sostenibilità, che ha un costo, sia in termini di impegno organizzativo, sia di investimenti in magazzini ecosostenibili, in veicoli industriali a basso impatto, ecc. Inoltre, è emerso in modo evidente il trade-off sostenibilità-prezzo, nonostante la consapevolezza a livello culturale e imprenditoriale dell’importanza della sostenibilità. Quest’ultima però non sempre in grado da sola di giustificare l’aumento del prezzo del servizio.

Gli spedizionieri per la funzione che svolgono, che li posiziona al centro di un network di relazioni, possono influenzare positivamente l’intero sistema, svolgendo nei confronti dei clienti, come di certe tipologie di fornitori, il ruolo di consulenti, non solo nell’ambito delle loro tematiche tipiche (es. quelle doganali), ma anche su quelle della sostenibilità. Una funzione che può essere vista come leva di marketing in grado di rafforzare il posizionamento competitivo dell’azienda, nonché fattore distintivo, sia verso i clienti, sia verso i fornitori.

Scarica il quaderno: https://www.fedespedi.it/pubblicazioni/