Per un futuro di pace

Ne “Il 18 Brumaio di Luigi Bonaparte” (1852) Marx butta lì la frase che sarebbe diventata celebre: “la storia si ripete due volte, una volta come tragedia e una volta come farsa.” Frase che mi è venuta in mente all’esito delle elezioni europee in Austria, dove il partito vincitore FPÖ sogna di poter portare l’Austria sulla linea seguita da Orban in Ungheria. Ancora una volta ci troviamo di fronte alla “duplice monarchia” austro-ungarica sancita con l’Ausgleich al tempo degli Asburgo? Per chi si mette a ridere vale la pena ricordare che il sogno putiniano di ristabilire i confini della dominazione zarista non è meno anacronistico ed è un esempio classico di come farsa e tragedia non siano in realtà così distanti, anzi possono essere in simbiosi.

Il porto di Trieste ha voluto essere negli ultimi anni un qualcosa che, seppur non dichiarato esplicitamente, ragionava su dimensioni di un mercato che comprende tutta la Mitteleuropa e una parte dei Balcani, un’unica area di scambio, di collaborazione, di progresso e d’innovazione, che attraverso l’Austria, la Baviera, l’Ungheria arriva ad Amburgo e comprende la Slovenia, la Croazia, la Serbia, la Slovacchia, la Cechia, la Polonia e costituisce un sistema omogeneo di domanda per le merci che arrivano dall’East Med, dal Mediterraneo, dal Far East.

Guerra in Ucraina e crisi di Suez hanno messo a dura prova questo sistema, che oggi scricchiola e va ridisegnato con urgente impegno perché, se cede, è l’inizio della fine. Per questo, chiunque sarà a reggere la Commissione Europea dovrà per prima cosa dare una risposta ai cittadini di tutti i paesi che vogliono sapere: come raggiungiamo la pace?

La nomina di Vittorio Torbianelli a commissario dell’AdSPMAO è una garanzia che quello che è stato uno degli insegnamenti fondamentali di D’Agostino, centralità del ruolo della mano pubblica come regolatore, venga mantenuto. Ma questo non è solo un principio di management che si colloca accanto ad altre scuole di governance, tra cui poter scegliere. No, questo è un principio di management che richiede un qualcosa di più, un qualcosa che attiene alla sfera dell’etica non dell’efficienza: lo spirito di servizio.

E quanto esso sia essenziale lo dimostra in queste settimane il caso di Genova, sul quale non voglio dire una parola di più, se non sottolineare come in quella vicenda la posta in gioco è la consapevolezza o meno del ruolo dei funzionari pubblici. Il resto è contorno, se non addirittura folklore.

Vittorio Torbianelli credo sia un caso infrequente di scelta professionale, quella di lasciare un insegnamento universitario, iniziato sotto la guida di un maestro come Giacomo Borruso e proseguito in piena autonomia, per andare a ricoprire un ruolo in un organismo complesso come una port Authority e occuparsi in quella sede di progetti speciali, cioè in sostanza d’innovazione, prima di ricoprire il ruolo di segretario generale. Per spirito di servizio, per senso civico, mi verrebbe da dire. Avendo anch’io attraversato il mondo universitario e avendo poi scelto altre strade, lo sento moralmente, culturalmente, molto vicino. Per questo me ne rallegro e apprezzo la decisione che il governo, la politica, hanno voluto prendere sulla sua nomina a commissario.

Al Consiglio Comunale di Trieste il rappresentante di una lista ha voluto chiedere un minuto di silenzio in ricordo delle vittime, più di quattrocento, del bombardamento anglo-americano di Trieste e del suo porto il 10 giugno 1944 e ha ricordato in quella occasione il passaggio di un mio scritto dove dicevo che l’orrore, il terrore di quella esperienza, vissuta da ragazzo, hanno in un certo senso condizionato certe mie scelte successive. È vero, chi ha visto una guerra non vuole vederne una seconda. Spero, scusandomi per questi accenni che forse qualcuno troverà troppo “personali”, che tutti coloro che la guerra del 1940-45 non hanno vista, condividano questi miei sentimenti. Quindi, invece di fasciarsi la testa pensando che d’ora in avanti, a causa degli Houti, i traffici andranno nei porti del Nord tagliando fuori Trieste, cerchiamo di unirci volendo fortissimamente la pace e troviamo tutte le possibili alternative per nuovi collegamenti infra-Med, per nuove prospettive nell’area Mar Nero-Caspio. (Sergio Bologna)