In questo numero avevamo previsto di concludere il lavoro iniziato nel Numero 7/24 (Gli USA e la trappola di Tucidide) e continuato nel Numero 8/24 (Parliamo ancora di Africa) con una conclusione sull’evoluzione dei grandi flussi di traffico container mondiali, sistema sanguigno dell’economia mondiale e con particolare attenzione all’Africa.
L’esito delle elezioni americane ha confermato le nostre previsioni e manteniamo intatte tutte le considerazioni espresse nel numero 7/24 sugli ulteriori successivi andamenti della situazione geopolitica espressi.
Tuttavia, le nostre previsioni davano una vittoria di Trump di misura e quindi il permanere di un’America fondamentalmente divisa in due e quindi ancora “debole” come immagine globale.
Invece la vittoria è stata di tale misura e ampiezza da suggerire un periodo di considerazioni e riflessioni che ci inducono a posticipare l’ultimo capitolo di almeno uno se non due numeri, in attesa che la nuova amministrazione entri in esercizio operativo.
Anche a parere di larga parte dei media[1], l’immagine degli USA (non tanto la potenza militare, economica e finanziaria che rimane comunque ben superiore alle altre entità di riferimento mondiali) ne uscirebbe sensibilmente rafforzata e tale da renderli potenzialmente primus inter pares anche in un mondo multipolare, che invece ci vedeva predittori di una situazione di “parità” con le altre parti più o meno antagoniste.
Aspettiamo quindi l’assestarsi delle attuali situazioni in fieri prima di ritornare sul tema, che ora ci sta ancor di più a cuore. (A cura di Diego Stinco)
[1] Vedi ad es. Limes nr. 10/2024
Foto di copertina di Markus Distelrath da Pixabay