Il 2022 sarà iscritto negli annali del porto di Trieste e del sistema portuale del Mar Adriatico Orientale come l’anno del suo consolidamento multisettoriale. Nonostante lungo tutto il 2022 importati indicatori come il Purchasing Managers Index (PMI) abbiano registrato un costante trend al ribasso, rispecchiando un periodo di crescita debole che si è riverberata sulla portualità italiana soprattutto nell’ultimo trimestre dell’anno, i dati consuntivi del traffico delle merci nel porto giuliano riportano veri e propri record positivi, confermando il suo ruolo di porta internazionale verso l’Europa Centro Orientale. In particolare, il traffico container ha superato di oltre l’11% il risultato record del 2019, attestandosi a 877.795 Teu (+15,92% sul 2021), che si affianca al risultato storico del traffico Ro-Ro, che ha registrato nel 2022 un transito di 320.327 unità (+4,75%) e 862 scali di navi traghetto.
Anche le rinfuse solide sono risultate in aumento del +13,63% (649.718 tonnellate in totale) trainate dai prodotti metallurgici (435.986 tonnellate, +30,38%), mentre restano stabili le rinfuse liquide (37.882.282 di tonnellate, +1,22% sull’anno precedente). Quest’ultimo dato è la cifra dell’importante svolta iniziata pochi anni fa dal porto giuliano, a favore di un riequilibrio dei suoi traffici con la crescita delle altre tipologie di merce, che hanno ridimensionato il peso relativo preponderante che nel passato ha storicamente esercitato nel porto il traffico petrolifero collegato all’oleodotto transalpino. Dal processo di crescita delle attività terminalistiche specializzate, valorizzando spazi, aree industriali e punti franchi del porto di Trieste, è scaturito lo sviluppo contemporaneo di traffici tra loro indipendenti, ricomposti logisticamente attraverso l’integrazione sistemica sia interportuale e sia intermodale. Il treno occupa un posto strategico nel sistema portuale del Mar Adriatico Orientale, connettendo senza soluzione di continuità il mare a un entroterra internazionale: attraverso i binari le banchine giuliane e isontine si diramano verso gli interporti regionali di Trieste e Cervignano e sulle principali reti delle catene di fornitura, in particolare, di Germania e Ungheria. Nel 2022 i porti di Trieste e Monfalcone insieme hanno superato gli 11.000 treni, con ricadute sul sistema interportuale che hanno ulteriormente portato questo dato a circa 12.000 treni. Nel 2022 nel porto di Trieste sono stati operati 9.536 treni (+2,49%), trainati principalmente dal Terminal contenitori del Molo VII, dai Terminal Ro-Ro di Riva Traiana e Molo VI, dalla Piattaforma Logistica e da Siderurgica Triestina, mentre in quello di Monfalcone i treni merci sono stati 1.513 (+14,97%), risultato senza precedenti. Non a caso anche dal porto isontino escono i traffici specializzati, contenitori (+31,35%, 1.961 TEU), ro-ro (+13,23%, 162.615 tonnellate di merce ad esclusione di quella in container) con 83.666 mezzi transitati (+18,23%) e rinfuse solide soprattutto metallurgiche (+26,29%, 3.097.122 tonnellate). Al contrario, le merci varie hanno flesso del 9,67% (747.367 tonnellate movimentate), a causa soprattutto della caduta del 14,48% delle altre merci varie”.
Complessivamente, nel 2022 i volumi movimentati nel porto di Trieste sono aumentati del 4% rispetto al 2021 (57.591.733 di tonnellate), mentre il sistema ha superato quota 61.000.000 tonnellate, con il contributo di Monfalcone (+17,22%, 3.844.489 tonnellate).
Un quadro positivo che suggerisce tuttavia prudenza alla luce dei tanti segnali internazionali di rallentamento economico e di cambiamento geoeconomico delle catene di fornitura, che influenzano la volatilità e l’andamento dei volumi di traffico nei prossimi mesi e forse anni. In tale condizione, gettare il cuore al di là degli ostacoli è l’unica scelta possibile, immergendolo in una visione del porto che guarda a possibili scenari futuri, per quanto complessi essi siano, prendendo a linee guida flessibilità, scelte sostenibili e transizione energetica, con cui pianificare nuovi investimenti, che a breve muoveranno complessivamente 1 miliardo di euro, tra fondi PNRR e capitali privati a Trieste e Monfalcone.
“Non siamo più un sistema portuale tradizionalmente inteso, ma un network” ha detto Zeno D’Agostino, presidente della Autorità di Sistema Portuale, in un commento ai risultati 2022, sintetizzando in poche parole la strategia di resilienza che il sistema portuale del Mar Adriatico Orientale sta percorrendo in risposta ai cambiamenti profondi e alle incertezze che dalla pandemia in poi attraversano l’intera portualità. Un network che mette a sistema: logistica, interporti e ferrovia, punti franchi, piattaforme industriali, energia e connessioni digitali, sviluppando importanti condivisioni e sinergie con la Regione Friuli-Venezia Giulia e crescenti ricadute economiche e occupazionali.
“Multisettorialità e complessità, dunque, sono i veri punti di valore di un sistema flessibile, che si è dimostrato capace di adattarsi agli shock economici e di percorrere vie di crescita inesplorate” conclude D’Agostino. (g.v.)