In uno scenario mondiale molto complesso, colpito prima dalla pandemia e poi, dal febbraio 2022, dalla guerra in Ucraina, la capacità di connettersi in modo sempre più efficiente con le grandi reti di trasporto, principalmente grazie a infrastrutture ferroviarie all’altezza dei bisogni degli operatori sul piano quantitativo e qualitativo, diventa imprescindibile.
Al contempo diventa difficile immaginare lo sviluppo e la gestione dei porti staccata dalla pianificazione e realizzazione delle infrastrutture terrestri e delle infrastrutture ferroviarie in senso stretto con la necessità di potenziare l’accessibilità ferroviaria e stradale ai porti, in un’ottica di sviluppo dell’intermodalità e di efficienza dell’intero sistema logistico, soprattutto per rendere i trasporti meno impattanti dal punto di vista ambientale.
Ma è solo grazie alla pianificazione strategica, investimenti infrastrutturali e riforme (quest’ultime richieste anche dalla Ue), realizzati con intensità e rapidità, recuperando così il ritardo accumulato in passato sul piano normativo e regolatorio, che si possono prevedere finanziamenti di rilievo da parte della UE.
L’effetto combinato della pandemia di Covid-19 e della guerra in Ucraina ha avuto un forte impatto sui trasporti e sulla connettività nell’Ue, ciò comportando ripercussioni sull’intera economia dell’Unione, con l’apertura di nuovi scenari: si tracciano nuove rotte e si accorciano le filiere, ciò comportando notevoli ripercussioni sulle catene logistiche.
Oltre all’impennata del costo dell’energia e di alcune materie prime, abbiamo visto che la guerra in Ucraina ha prodotto anche cambi di direzione nelle grandi infrastrutture europee, spingendo la Commissione Ue a modificare la sua proposta di regolamento per le reti transeuropee del trasporto (reti Ten-T) per estendere quattro corridoi di trasporto europei al territorio dell’Ucraina e della Moldavia (anche per facilitare l’export di grano), escludendo invece dalle mappe del progetto Russia e Bielorussia. È pur vero che già prima del conflitto, ovvero nel 2021, e per ragioni legate alla transizione green e digitale, l’Ue aveva deciso di rivedere il regolamento delle reti Ten-T per consentire all’infrastruttura, rimodellata, di accogliere il passaggio di modalità di trasporto sostenibili tese al conseguimento dell’obiettivo della neutralità climatica per il 2050.
Bilancio e Priorità per il 2023
Recentemente il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione europea, su proposta della Commissione europea, hanno raggiunto un accordo sul bilancio 2023 dell’Ue che prevede impegni pari a 186,6 miliardi di euro. Fra i punti fondamentali del bilancio ci sono l’attenuazione delle conseguenze della guerra in Ucraina, la ripresa sostenibile dopo la pandemia da coronavirus, investimenti per un’Europa più verde, più digitale e più resiliente.
Parlando invece dei meccanismi di finanziamento europei relativi ai trasporti, è noto che la promozione della sostenibilità è uno degli obiettivi fondamentali del Meccanismo per collegare l’Europa (MCE). Essendo questo il principale meccanismo di finanziamento degli investimenti nei sistemi di trasporto dell’UE, il MCE contribuisce alla decarbonizzazione del settore della mobilità e di conseguenza al conseguimento dell’obiettivo della neutralità climatica per il 2050.
Attraverso tale meccanismo l’Unione continuerà a investire nelle reti transeuropee dei trasporti, sfruttando le sinergie tra le infrastrutture dei trasporti, digitali ed energetiche. A tal fine, con il bilancio 2023, è stato deciso di destinare 3 miliardi di euro per il MCE, per un’infrastruttura di trasporto aggiornata e ad alte prestazioni, al fine di agevolare i collegamenti transfrontalieri.
La novità per il 2023 è che parte della dotazione del Fondo di coesione (11,2 miliardi di EUR in totale, di cui 1 541,2 milioni di EUR nel 2023) sarà utilizzata nell’ambito del Meccanismo per collegare l’Europa per progetti di trasporto che presentano un elevato valore aggiunto europeo.
Vediamo ora, in maniera sintetica, quali sono le priorità dell’Ue di interesse dei trasporti e logistica.
Come detto sopra, la normativa europea sul clima sancisce l’impegno dell’UE a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e apre la strada a una politica europea rafforzata in materia di ambiente e azione per il clima.
Nello specifico, le iniziative della Commissione comprendono in particolare il pacchetto Pronti per il 55 % (Fit for 55 package), che contiene proposte legislative volte a rivedere l’intero quadro 2030 dell’UE per il clima e l’energia, compresa la legislazione sulla condivisione degli sforzi, le energie rinnovabili, l’efficienza energetica, le norme in materia di emissioni per le autovetture e i furgoni nuovi e la direttiva sulla tassazione dell’energia. La Commissione propone ora di rafforzare il sistema per lo scambio di quote di emissioni (ETS) e di estendere lo scambio di tali quote anche al settore marittimo e al trasporto su strada, nonché di ridurre nel tempo le quote gratuite assegnate alle compagnie aeree. È anche proposta una nuova normativa sui carburanti puliti per il trasporto marittimo e aereo. Per garantire una fissazione equa dei prezzi delle emissioni di gas a effetto serra associate alle merci importate, la Commissione propone di creare un nuovo meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera.
Sempre relativamente ai trasporti, si evidenzia che è stato pubblicato il Programma di lavoro 2023-2024 del Cluster Climate, Energy and Mobility di Horizon Europe – programma quadro dell’Ue per la ricerca ed innovazione.
Il suddetto programma di lavoro descrive i contenuti, indica le date di pubblicazione e di scadenza e il budget relativi ai bandi del secondo biennio sui temi del clima, dell’energia e dei trasporti.
Nello specifico la Destination 5 – Clean and competitive solutions for all transport modes – è volta a migliorare l’impronta ambientale e climatica e a sostenere la competitività delle diverse modalità di trasporto.
Come di consueto segnaleremo, a tempo debito, le call for proposal e relative scadenze dei bandi relativi ai trasporti.
Per concludere, vi sono altre tematiche di rilievo che dovranno essere affrontate a livello comunitario nel corso del 2023, che potrebbero avere ricadute sul sistema dei trasporti; solo per citarne alcune: il riesame del regolamento di esenzione per categoria sui consorzi dell’UE, l’idoneità delle norme sugli aiuti di Stato con la proposta di revisione del Regolamento de minimis e per finire l’annosa questione dell’assetto istituzionale e della governance delle AdSP sollevata ormai da tempo dall’Europa.
Su questi temi ci saranno aggiornamenti puntuali ed approfondimenti nel corso delle newsletter AIOM 2023.