Riportiamo di seguito il testo integrale del comunicato della Regione Autonoma Friuli Venezia-Giulia del 7 settembre u.s.
Al tavolo di crisi del Mise muro contro muro tra azienda e istituzioni, sindacati e parti sociali.
La Regione prende atto della decisione di Wartsila di non sospendere la procedura di cessazione della produzione nello stabilimento di Bagnoli della Rosandra, nonostante le richieste avanzate da Regione, governo, sindacati e Confindustria. L’Amministrazione regionale rimane al fianco dei lavoratori, prosegue nelle azioni avviate anche sul piano legale e userà tutti gli strumenti a propria disposizione per tutelare i posti di lavoro e il patrimonio industriale del Friuli Venezia Giulia e dell’Italia, anche percorrendo strade e adottando strategie nuove e mai attuate finora.
È questa la posizione espressa dal governatore del Friuli Venezia Giulia durante la riunione del Tavolo di crisi della Wartsila convocato dal ministro allo Sviluppo economico, al quale hanno partecipato, oltre alle sigle sindacali e al presidente di Wartsila, anche il ministro del Lavoro, i vertici di Confindustria Alto Adriatico e gli assessori regionali al Lavoro e alle Attività produttive.
Nel corso dell’incontro, il governatore ha sottolineato che la Regione Friuli Venezia Giulia è pronta a dialogare con Wartsila, ma il punto di partenza per un confronto deve essere la sospensione della procedura avviata a luglio dall’azienda. La riunione di oggi ha mostrato un muro contro muro che vede Wartsila da sola contro istituzioni, organizzazioni sindacali e lavoratori. Una situazione che avrebbe dovuto far comprendere alla multinazionale la necessità del ritiro della procedura: la Regione non si farà quindi tenere in scacco per i prossimi trenta giorni e contesta modi, contenuti, procedura e assenza di visione.
Il governatore ha quindi auspicato che sulla posizione offensiva di Wartsila si apra anche una procedura europea di verifica delle norme sulla concorrenza ed ha espresso preoccupazione perché l’atteggiamento dell’azienda pone dubbi sulla volontà di proseguire la propria attività di ricerca e sviluppo nel sito triestino.
L’assessore regionale al Lavoro ha rimarcato che è offensivo far credere che l’intervento di un advisor per il percorso di reindustrializzazione abbia uno spazio temporale di un anno, perché in soli trenta giorni si deve scegliere se credere a Wartsila o vedere licenziate 451 persone. In questa situazione avere totale fiducia nell’azienda sarebbe un atto di fede, che è già stato cancellato dall’atteggiamento dimostrato dai vertici della multinazionale. La Regione userà quindi i prossimi 30 giorni per mettere in campo tutto quanto in suo potere per fare in modo che la procedura venga sospesa.
Ringraziando il governo il massimo esponente della Giunta regionale ha evidenziato ai vertici di Wartsila la strategicità della filiera della navalmeccanica per l’Italia e l’Europa e rimarcato come l’atteggiamento dell’azienda abbia già prodotto alcuni effetti, in particolare nei rapporti commerciali con alcuni importanti operatori del settore navale come Fincantieri.
I rappresentanti di Governo, Regione, Sindacati e Confindustria hanno espresso unanime preoccupazione per la posizione espressa dall’azienda concordando sul fatto che una sospensione della procedura avrebbe costituito un segnale di buona volontà e avrebbe reso più credibile la proposta di reindustrializzazione del sito preannunciata dall’azienda. ARC/MA/gg
Il 12 settembre l’azienda ha presentato il proprio piano di mitigazione, articolato fra periodi di cassa integrazione per un anno e programmi di formazione dei lavoratori per una riconversione verso altre attività, piano che in prima istanza è stato considerato dai sindacati insufficiente e non accettabile.